Uno dei disturbi più diffusi che i pazienti portano nel mio studio è il malessere causato dal proprio comportamento autosabotante. Circondarsi sempre di persone sbagliate, non riuscire a prendersi cura del corpo, fallire sistematicamente nella dieta, sperperare tutti i soldi e sentire il bisogno di sballare, sono solo alcuni dei comportamenti destabilizzanti che possono condurci a disturbi mentali severi, come la depressione, i disturbi alimentari, l’ansia e rovina le relazioni sentimentali. Il motivo di questa condotta autosabotante risiede quasi sempre in una spiegazione: non ci si ama abbastanza.
Eppure, se ci pensiamo, tutti noi siamo generalmente bravi a sostenere i nostri migliori amici o i nostri figli nei momenti difficili. Fermati un attimo a pensare quella volta che la tua amica stava male ed eri lì con lei ad aiutarla con un braccio sulla spalla: le sei stato vicino, le hai detto parole confortanti e sei stato prezioso per lei. Hai tentato in tutti modi di incoraggiarla, perché ci tenevi. Eppure, quando il problema riguarda te, fai davvero tutto questo? Se hai comportamenti autosabotanti probabilmente non riesci a guardarti nello stesso modo con cui guardi quel tuo amico in difficoltà.

Il motivo è che non riesci a vederti e sentirti fisicamente ed emotivamente in quel modo. Provi debolezza, senso di colpa e rabbia rivolta verso te stesso. Questo blocco ti porta a cercare in comportamenti autosabotanti che ti gratificano all'istante, ma che ti peggiorano il benessere e l'autostima.
Perché ci si comporta così? La spiegazione si trova nel nostro passato. Le nostre prime figure di riferimento possono farci sentire al sicuro, oppure, più o meno involontariamente, possono farci sentire costantemente frustrati, spaventati e impotenti. Il modo in cui ci hanno trattato gli altri ha gettato le basi per una serie di apprendimenti e comportamenti compresa l’idea che abbiamo delle nostre capacità e del nostro valore. Oggi siamo impossibilitati ad amarci nel modo giusto, perché non lo sappiamo fare, o perché pensiamo di non meritarlo.
Come ritrovare l’amore perduto verso noi stessi? Dobbiamo rivolgersi a noi stessi come fossimo il nostro migliore amico. Trasformati nel tuo interlocutore benevolo e rassicurante, proprio come faresti con un amico. Parlati in terza persona e guardati da un punto di vista esterno. Guarda quel bambino che eri una volta e che aveva bisogno di aiuto, ma non lo trovava da nessuno. Adesso ci sei tu con lui. Per poterlo aiutare hai ora tutta la capacità per farlo, perché sei cresciuto e ne hai superati tanti di problemi. Ecco che allora devi fare uno sforzo cognitivo: raccogliere tutte le energie e guidare i tuoi pensieri lungo sentiero della consapevolezza e dell’amore verso te stesso.
Questo esercizio mentale io lo chiamo il Capitano: è una potente arma per combattere l’insicurezza e vincere tutti quei momenti ansiogeni che ti condizionano la vita. Il personaggio che dovrai interpretare in questo gioco immaginario sei tu, o meglio la migliore versione di te stesso.
Per qualsiasi chiarimento o se avessi bisogno di un primo incontro gratuito, ti invito a telefonarmi o mandarmi un messaggio su WhatsApp o Instagram usando i pulsanti qui sotto. Sarò lieto di risponderti il prima possibile.
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