Se volessimo guardare il nostro passato ci accorgeremmo che gli eventi che hanno contribuito a generare dei cambiamenti nella nostra vista non sono quasi mai stati di lunga durata. Questo vale anche per i percorsi psicologici. I miglioramenti terapeutici avvengono in un tempo determinato e ristretto, soprattutto all'inizio della terapia, tra il primo e decimo colloquio, diminuendo con il procedere delle sessioni (Bloom 2001 e Seligman 1995). Da questo dato empirico si sono adeguati con il tempo anche i trattamenti di cura. Sono nate così i percorsi psicologici brevi che prevedono una serie limitata di sedute come la Terapia Breve Strategica (circa 10 sedute), la Terapia Breve Centrata sulla Soluzione (5 sedute) e la Terapia a Seduta Singola (1 seduta).

L'assunto di base della Terapia a Seduta Singola è che ogni seduta potrebbe essere la prima e l'ultima a disposizione perché ogni incontro è concepibile come completo in sé, comprensivo di una struttura e un’organicità propria. E' importante sottolineare che questa modalità operativa funziona per molte persone, ma non sempre e non con tutte. La maggior parte delle persone trova benefici in questa terapia grazie alla tipicità della sua programmazione: quando lo psicologo dispone il giusto mindset e offre gli strumenti specifici alla risoluzione del disagio, l’efficacia anche di un singolo incontro diventa sorprendente e, soprattutto, risolutiva. Secondo gli studi dello psicologo californiano Talmon nel 1990, la percentuale di persone che migliora dopo una singola seduta e del 78%. Anche lo psicologo e ricercatore Bernard Bloom nel 2001 ha rilevato che non esistono grandi differenze tra i risultati ottenuti in una singola seduta e quelli tenuti in terapie di più sedute. In pratica, chi risolve il problema in più sedute non sembra stare meglio di chi lo risolve in una sola. Questo significa che la terapia a seduta singola è efficace quanto le terapie con più sedute.

Questo approccio nasce per concentrare tutte le energie sulla soluzione del problema presentato dal paziente visto e considerato che la maggior parte delle persone frequenta 1-3 sedute e poi smette di presentarsi. Ecco perché si vuole massimizzare l'efficacia in queste poche sedute.

Posso concludere dicendo che la terapia ha seduta singola, nasce per dare la persona ciò di cui ha bisogno: che sia una terapia lunga, breve o una singola seduta. In generale, dare la possibilità di venire anche solo per un incontro può essere il miglior primo approccio da proporre. Oltre a questo, non dobbiamo dimenticare che questa terapia fa risparmiare tempo e denaro.

E' giusto e doveroso ricordare che una singola seduta può non essere sempre sufficiente: lo si saprà soltanto alla fine dell'incontro stesso. Le ricerche hanno dimostrato che, pur potendo praticare la Terapia a Seduta Singola sulla quasi totalità delle problematiche (Hoyt e Talmon 2014) non tutte le persone beneficiano di una seduta singola. Gli studi mostrano che circa il 40-60% delle persone ritengono sufficienti una sola seduta, e che circa il 60-80% di queste mostra al follow-up di aver mantenuto tale risultati.

LA STRATEGIA DI OGNI SEDUTA

La procedura utilizzata in ogni singola seduta è strutturata in modo da essere la più efficiente possibile per affrontare e superare il disagio presentato dal paziente. Prima di tutto il terapeuta deve individuare il problema specifico su cui lavorare e ridefinirlo nel miglior modo possibile in termini operativi. Una volta definito il problema si passa a stabilire l’obiettivo che si vorrebbe raggiungere alla fine di questa seduta. L’obiettivo di fine seduta può non coincidere con la risoluzione definita il problema, ma rappresenta certamente un passo in avanti essenziale. Un aspetto cruciale della seduta e quella di concentrarsi sui punti di forza e le risorse del cliente, partendo dal presupposto che tutte le persone hanno risorse da utilizzare. Accanto all’indagine delle risorse lungo tutta la seduta si indaga a tutte quelle tentate soluzioni che la persona fa per affrontare il problema, ma che, in realtà lo mantengono, lo rendono ancora peggiore, o ne creano un altro l’obiettivo principale del terapeuta sarà allora quello di individuare e aiutare a bloccare, modificare o sostituire questi comportamenti.


BIBLIOGRAFIA

  • Bloom B. L. (2001), «Focused single-session psychotherapy: a review of the clinical and research literature», Brief Treatment and Crisis Intervention, 1 (1), 75-86.
  • Seligman M. P. E. (1995), The effectiveness of psychotherapy. the consumer reports study. American Psychologist, 50 (12), 965-974.
  • Talmon M. (1990), Single session the-rapy: maximizing the effect of the first (and often only) therapeutic encounter, Jossey-Bass, San Francisco (trad. it.
    Psicoterapia a seduta singola. Erickson, Trento 1996).

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