Quando la gestione dei figli diventa una fonte costante di stress, frustrazione e senso di inadeguatezza, le ripercussioni sulla nostra salute mentale possono essere significative e ramificate. Non si tratta solo di sentirsi stanchi o occasionalmente sopraffatti; una difficoltà persistente nella genitorialità può innescare o esacerbare diverse problematiche psicologiche.

Prendiamo l'ansia, ad esempio. Un genitore che si sente costantemente incapace di gestire i comportamenti del figlio, preoccupato per il suo benessere o angosciato dalle continue sfide educative, può sviluppare un'ansia generalizzata. Magari si ritrova a rimuginare incessantemente sulle possibili conseguenze delle proprie azioni educative, a temere costantemente che qualcosa vada storto o a sentirsi in colpa per ogni piccolo errore percepito. Immagini una madre che non riesce a gestire le frequenti crisi di rabbia del figlio a scuola: la sua preoccupazione non si limita ai momenti di crisi, ma la accompagna durante tutta la giornata, influenzando il suo sonno, la sua concentrazione al lavoro e il suo umore generale. Questa ansia può anche manifestarsi come attacchi di panico, innescati da situazioni particolarmente stressanti legate alla gestione dei figli, come un litigio intenso o una difficoltà imprevista.

La depressione è un'altra problematica che può insorgere o peggiorare a causa di una genitorialità percepita come eccessivamente faticosa e priva di gratificazioni. Sentirsi costantemente frustrati, impotenti di fronte alle difficoltà, o percepire di non essere "un buon genitore" può minare l'autostima e portare a sentimenti di tristezza, perdita di interesse per le attività, affaticamento e un generale senso di disperazione. Immagini un padre che si sente sopraffatto dalle continue richieste e dai comportamenti oppositivi del figlio adolescente: la sua frustrazione si trasforma in un senso di fallimento personale, portandolo a isolarsi, a perdere la motivazione e a sentirsi incapace di provare gioia.

Le difficoltà relazionali all'interno della famiglia sono quasi inevitabili quando la gestione dei figli è fonte di stress cronico. Le tensioni possono manifestarsi tra i genitori, con disaccordi frequenti sull'educazione, recriminazioni e un clima familiare teso. I figli stessi possono risentire di un ambiente genitoriale stressato, manifestando a loro volta maggiori difficoltà comportamentali, insicurezza o risentimento. Immagini una coppia in cui uno dei genitori si sente solo nel gestire un figlio con bisogni speciali: la frustrazione e il senso di solitudine possono portare a litigi frequenti e a un allontanamento emotivo tra i partner.

La difficile gestione dei figli può anche portare a un senso di isolamento sociale. I genitori che si sentono in difficoltà possono vergognarsi delle problematiche dei propri figli o temere il giudizio degli altri, portandoli a ritirarsi dalle interazioni sociali e a sentirsi soli nel loro percorso genitoriale. "Nessuno capisce quanto sia difficile", "Mi sento un fallimento come genitore", sono pensieri comuni che alimentano questo isolamento.

A livello personale, la frustrazione e lo stress cronico legati alla gestione dei figli possono portare a comportamenti disfunzionali come meccanismi di coping. Alcuni genitori potrebbero rifugiarsi nel cibo, nell'alcol o in altre dipendenze per alleviare temporaneamente il disagio emotivo. Altri potrebbero manifestare maggiore irritabilità, avere scatti d'ira o diventare eccessivamente rigidi e controllanti nel tentativo di ristabilire un senso di ordine.

COME IL METODO DELLA BARCA PUO' AIUTARE  SUPERARE QUESTE PROBLEMATICHE

I colloqui di sostegno psicologico offrono uno spazio prezioso per esplorare queste difficoltà e trovare strategie più efficaci per gestire i figli e, di conseguenza, migliorare il proprio benessere psicologico. L'approccio si concentra sul fornire un supporto emotivo, sull'identificare le dinamiche problematiche e sullo sviluppo di strumenti pratici.

Innanzitutto, il colloquio offre un ambiente di ascolto empatico e non giudicante. Molti genitori si sentono in colpa o inadeguati per le difficoltà che incontrano con i propri figli. Avere uno spazio dove poter esprimere le proprie frustrazioni, paure e senso di fallimento senza timore di essere criticati è fondamentale per iniziare un processo di cambiamento.

Attraverso il dialogo, si va ad analizzare la specifica situazione familiare, identificando i comportamenti dei figli che generano maggiore difficoltà, le dinamiche relazionali in atto e le strategie educative finora adottate. Si esplorano le aspettative genitoriali, spesso influenzate da modelli culturali o personali, e si valuta quanto queste siano realistiche e funzionali.

Un aspetto cruciale del sostegno psicologico è l'identificazione dei pensieri e delle convinzioni che influenzano la percezione della genitorialità e le reazioni emotive. Spesso, pensieri come "Dovrei essere in grado di gestire tutto da solo", "Se mio figlio si comporta male è colpa mia", o "Non sono un buon genitore" alimentano il senso di colpa e l'ansia. Il lavoro terapeutico aiuta a mettere in discussione questi pensieri, a renderli più flessibili e a sviluppare una visione più compassionevole verso sé stessi.

Si lavora anche sullo sviluppo di strategie educative più efficaci e in linea con le esigenze specifiche dei figli. Questo può includere l'apprendimento di tecniche di comunicazione assertiva, la definizione di regole chiare e coerenti, la gestione dei comportamenti problematici attraverso rinforzi positivi e conseguenze logiche, e la promozione di un ambiente familiare più armonioso e collaborativo. Ad esempio, si potrebbe lavorare su come gestire le crisi di rabbia di un bambino piccolo attraverso la calma, l'ascolto e la validazione delle emozioni, piuttosto che con punizioni o urla.

Il sostegno psicologico può anche aiutare a migliorare la comunicazione all'interno della coppia genitoriale. Spesso, i disaccordi sull'educazione dei figli sono una fonte significativa di stress. Il colloquio può offrire uno spazio neutrale per esplorare queste divergenze, trovare punti di incontro e sviluppare un approccio educativo condiviso e più coeso.

Un altro aspetto importante è il riconoscimento e la valorizzazione delle risorse personali del genitore. Spesso, nella fatica quotidiana, ci si dimentica delle proprie capacità e dei propri punti di forza. Il sostegno psicologico aiuta a riscoprire queste risorse e a utilizzarle in modo più efficace nella gestione dei figli.

Infine, il colloquio può incoraggiare il genitore a prendersi cura di sé stesso. È fondamentale ricordare che un genitore stressato e depresso ha meno risorse per prendersi cura dei propri figli. Il sostegno psicologico può aiutare a identificare strategie per ritagliarsi del tempo per sé, per coltivare i propri interessi e per costruire una rete di supporto sociale.

È importante sottolineare che il percorso di sostegno psicologico è individualizzato e si adatta alle specifiche esigenze di ogni genitore e di ogni famiglia. La durata e la frequenza dei colloqui possono variare. L'obiettivo è fornire un supporto concreto e degli strumenti pratici per aiutarla a vivere la genitorialità in modo meno stressante e più gratificante, migliorando così il suo benessere psicologico e le dinamiche familiari. Se si riconosce in queste difficoltà, intraprendere un percorso di sostegno psicologico può rappresentare un passo importante verso un maggiore equilibrio e una maggiore serenità nella sua vita familiare.


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